Se alla domenica cercate delle pagine di giornale rilassanti e riflessive vi consiglio di leggere ‘La domenica’ del Sole24ORE. In prima pagina a destra troverete sempre la riflessione di Gianfranco Ravasi, un ecclesiastico illuminato.
In questa domenica Ravasi raccoglie una citazione di Zygmunt Bauman, lo studioso inventore del concetto ‘economia liquida’. Riguardo l’opportunità di costruire muri di protezione piuttosto che piazze di discussione Bauman sentenziò: ‘chiudere la porta non garantisce la sicurezza e la storia l’ha dimostrato, l’unico modo per accrescere la sicurezza non è costruire altri muri ma creare spazi aperti nei quali tutti possano dialogare e sentirsi partecipi dello stesso mondo”.
La pandemia ci ha dato una lezione in tal proposito. Le prime immagini dalla Cina ci apparivano lontane e inavvicinabili. Poi il virus, viaggiando con l’uomo globalizzato, è diventato pandemia. Nessun muro ci avrebbe mai protetto dal virus. Eppure, non so se questa ulteriore lezione della pandemia sta dando ragione alla piazza, allo scambio di opinioni.
Sento che la società intorno a me si sta chiudendo in posizioni ancora più nobili e corporative. Con la scusa della pandemia non ci sono dibattiti sociali, neppure all’aria aperta, scambi di idee per sostenere una società e parecchie economie che hanno bisogno di idee ma non dei soliti politici o manager privati politicizzati dal denaro. Occorre aprire le porte blindate di chi sta dalla presunta parte della ragione perché è il bene comune ad essere minacciato e non questo o quello.
In sostanza, come cantava Giorgio Gaber negli anni ’70, “bisogna tornare nella strada per conoscere chi siamo” e non rifugiarsi nelle sale riunioni deserte sotto una finestra di zoom. E, come sempre cantava Gaber, “anche nelle case più spaziose, non c’è spazio per verifiche e confronti”. Se in Italia esiste una élite è il momento che si renda degna di questo nome e non solo dell’incarico. Nessuno si salva da solo. E anche questa l’ha detta un ecclesiastico.
Nicola Di Lernia