È normale cadere in questo errore. Perseverare è diabolico. Una volta l’insegna e il nome dell’attività era molto più importante delle persone che ci lavoravano dentro. Oggi è esattamente l’opposto. Nessuna insegna può sopravvivere solo grazie al proprio nome. Chi ci lavora dentro fa la differenza per chi compra. Purtroppo, è una dura legge che ha colpito molti negozi leader dell’ottica che sono scomparsi o retrocessi di classifica nella propria città. Per questo motivo serve che i professionisti che ci lavorano dentro all’insegna vivano di luce propria. Certo, un minimo di sovrapposizione positiva tra insegna e professionista ci deve essere ma è il professionista oggi che deve emergere nell’immaginario collettivo del pubblico. Serve per questo una sana politica di marchio personale fatta di valori intrinsechi ed estrinsechi. Per estrinsechi intendo l’immagine del professionista, come si presenta fisicamente al pubblico o attraverso immagini fotografiche, profili social. Per intrinsechi le sue competenze professionali, gli aggiornamenti, le procedure, le macchine utilizzate. E questo oggi il mix vincente. Rassicurare prima di conoscerli, emozionare durante il processo di vendita. L’uno non può più escludere l’altro. E l’insegna è il semaforo di questa combinazione di eccellenza.