Il settore dell’Ottica in questi dodici mesi non ha mai chiuso. Neppure nel lockdown dell’anno scorso e nelle zone rosse che si sono sovrapposte nei mesi successivi. Un servizio pubblico di sostegno al cittadino nelle emergenze della vista ma che non è ancora nella lista dei vaccinabili a breve. Perché?
Al Progressive Business Forum del 2019 a Firenze parlai alla platea dell’esigenza da parte dell’ottico di non perdere il suo ruolo sociale rispetto ai mutamenti della società che lo circonda. Il centro ottico ha una distribuzione numerica e fisica simile a quella delle farmacie. Rappresenta spesso il primo punto di raccolta e di aiuto delle necessità visive delle persone in difficoltà per un occhiale rotto o un fastidio agli occhi di chi porta lenti a contatto. Le persone si rivolgono all’Ottico in questi casi perché il farmacista non è un medico specializzato e l’oculista è spesso al primo piano di un palazzo e difficilmente reperibile all’istante. L’ottico sta sulla strada ed è sulla strada che si ‘riparano’ i piccoli malanni’ dei nostri giorni.
Per svolgere questo ruolo, che ha anche a che fare con la psicologia delle persone, l’ottico ci mette la sua competenza ma anche il suo amore per la professione e la missione implicita ad esso. Non ha un patto di Ippocrate, come nel caso dei medici, da rispettare ma se l’Ottico lo vuole e lo sa fare è la figura sanitaria che nel sociale della propria comunità può avere un ruolo fondamentale e non sostituibile, soprattutto per la sua disponibilità fisica, sulla strada appunto.
Pochi giorni fa hanno vaccinato per la prima dose mia moglie. Psicologa e Psicoterapeuta. Il suo ordine per quanto concerne almeno la provincia di Venezia, ne ha fatto richiesta per i propri associati e la Regione ha permesso a una parte di loro di vaccinarsi. In tutta Italia, spero di essere smentito, per gli ottici ancora nulla al riguardo. Nonostante la premessa. Pur accettando le priorità che lo Stato impone in questi frangenti io mi auguro una cosa. Quando ci sarà la chiamata al vaccino la stessa avvenga per la categoria e non per il singolo cittadino. Una categoria a contatto con il cittadino per la salute dello stesso, che investe denaro e tempo per la propria formazione personale, che in altre stanza chiamano anche ECM, che spesso è il primo che si accorge di qualcosa di serio e che invia il suo cliente da un oculista o in un ospedale perché possano intervenire in tempo.
Potete essere artigiani, commercianti, imprenditori, cari Ottici. Se però perdete il vostro ruolo sociale, quell’essere riconosciuto al fianco del benessere della vostra gente, perdete la battaglia finale nel vostro vero riconoscimento. Fatelo da soli, in gruppo, in associazione, ma fatelo. La salute sarà sempre il bene più importante, il resto è noia.
Nicola Di Lernia