Si accentua così il carattere eccezionale della pandemia: “La stima completa dei conti economici trimestrali – scrive l’Istat – conferma la portata eccezionale della diminuzione del Pil nel secondo trimestre per gli effetti economici dell’emergenza sanitaria e delle misure di contenimento adottate, con flessioni del 12,8% in termini congiunturali e del 17,7% in termini tendenziali, mai registrate dal 1995″.
Cosa successe nel 1995 e negli anni precedenti? Lo stimolo dell’Istat mi ha fatto rispolverare una delle pagine più nere della nostra Repubblica, in particolare della seconda Repubblica nata nel 1992 dopo lo scandalo ‘mani pulite’.
La fredda legge dei numeri ci dice difatti che dal 31 dicembre del 1991 al 31 dicembre del 1995, in soli quattro anni, la lira si svaluterà del -29,8% contro il marco tedesco e del -32,2% contro il dollaro Usa. La difesa ad oltranza e insostenibile del cambio con la moneta teutonica e l’attacco finanziario speculativo condotto da George Soros costarono all’Italia la folle cifra di 91.000 miliardi di lire.
Il suo attacco alla lira, in quel “mercoledì nero” del 1992, fu un durissimo colpo per l’Italia. Obbligò i vertici della Banca d’Italia a vendere 48 miliardi di dollari di riserve per sostenere il cambio. In quei quattro anni – 1992-1995 – il Pil crescerà soltanto del 5,4% e sarà il fanalino di coda della crescita all’interno del G6. In questi anni di governi tecnici la crescita italiana perderà terreno nei confronti della Francia (-21%,), della Germania (-29,3%), della Gran Bretagna (-11,1%), del Giappone (-27,7%) e degli Usa (-25,8%).
L’Istat fotografa la nostra economia ed è in grado di fare paragoni come questo basati sui numeri. E’ importante sottolineare come la nostra società oggi non viva solo un problema sanitario ma anche un choc di carattere sociale, comportamentale ma soprattutto economico. Facciamo attenzione quindi a questi prossimi quattro mesi a non scivolare sul pavimento della storia. C’è molto da fare, oltre quello già fatto.